Materiale rotabile

A causa del diverso tipo di trazione, il materiale rotabile presente sulla ferrovia Alifana, è stato sempre diversificato. Sulla tratta elettrificata (11kV/25Hz ca) Napoli-S.Andrea de' Lagni-Bi­for­ca­zio­ne-Capua, il servizio era assicurato da otto elettromotrici Breda-AEG-Thomson e due locomotive elettriche AEG-Thomson, che trainavano diversi vagoni passeggeri di costruzione Breda ed un congruo numero di carri merci. Al momento della chiusura della linea, avvenuto il 20 febbraio 1976, erano ancora presenti le otto elettromotrici e le due locomotive. Questo materiale fu tutto demolito negli anni seguenti, tranne una elettromotrice con la sua rimorchiata, parcheggiate nei resti dello scalo di S.Andrea de' Lagni, bruciato ed in preda ai vandali. C'è da dire che questi due rotabili erano stati preservati per scopi museali (museo di Pietrarsa), ma nel 1988 qualcuno ha dato fuoco ai rotabili rendendoli inservibili. Della rimorchiata, la 106, non esistono più né il tetto, né il pavimento, tanto che ormai è stata completamente invasa dalle erbacce. L'automotrice, la 8, invece ha ancora pavimento e tetto, mentre l'interno, completamente svuotato dei sedili in legno, bruciati dall'incendio, rappresenta un ottimo riparo per gli zingari e gli sbandati del luogo, tanto che è possibile notare dei cartoni che ricoprono i finestrini senza vetri. Parlando tempo fa con un ex-dipendente dell'Alifana, ora in pensione, ho saputo che l'amministrazione ferroviaria si era impegnata, negli anni passati, al recupero dei due rotabili, ma il responsabile della ditta di recupero e restauro ferroviario contattato, una volta visionatili, aveva risposto che sarebbe costato meno ricostuirli che rimetterli a nuovo. Sembra che il loro destino sia la fiamma ossidrica, quando l'area verrà sgombrata per far posto al tracciato della nuova linea. Spero vivamente che qualcuno si faccia avanti per il recupero o per il solo parcheggio in un'altra zona, magari protetta da accessi indiscriminati, al fine di preservare dei rotabili storici unici in Italia.

Come ogni linea ferroviaria nata nei primi anni del secolo scorso, anche la ferrovia Alifana ha conosciuto l'era del vapore. La tratta Biforcazione-Piedimonte d'Alife aveva questo tipo di trazione ed il materiale rotabile è per forza di cose, tutto storico. La locomotiva più vecchia è la cosiddetta "Catania V", una locomotiva di fabbircazione R. & W. Hawtorn, costruita nel 1886 con numero di fabbrica 2053, rodiggio 0-2-0t, scartamento 850mm, acquistata dalla "Società per le Miniere di Zolfo" di S. Agostino in Sicilia, che la utilizzava per trainare i vagonetti sulla linea tra le proprie miniere e la stazione di Raddusa, in provincia di Catania. Nel 1905 fu ceduta alla Società per le Ferrovie del Mezzogiorno d'Italia (CFMI) che portò lo scartamento di 950 mm. e la utilizzò dapprima per la costruzione della linea Napoli-Piedimonte d'Alife e poi per le manovre sulla stessa linea; in questo periodo la macchina fu mai classificata o immatricolata. Nel 1939, la società romana cui fu affidato l'appalto per i lavori di costruzione di una linea interna di collegamento nel porto di Assab in Etiopia, acuistò la locomotiva per 50.000 Lire per effettuare i lavori. Il trasporto avvenne il 7 settembre 1939.

Un'altra locomotiva di interesse storico appartiene al gruppo V1-3, composto da tre locomotive costruite dalla ditta belga "La Meuse" che erano caratterizzate da ruote di soli 750 mm di diametro e massa di 22 t. La V2 fu venduta alla Ferrovia Circumetnea che la immatricolò con il numero 14. Oggi è visibile, monumentata, nella stazione di Catania rappresentando anche, l'unico esemplare non passato per la fiamma ossidrica. Le altre macchine, dopo aver effettuato un breve servizio dopo la guerra, furono accantonate negli anni 1954/55 e demolite negli anni Sessanta.

All'apertura della linea erano presenti anche due locotender Breda, immatricolate con i numeri V11 e V12. Nel decennio successivo alla Seconda Guerra Mondiale, queste due locomotive, furono utilizzate in spinta ai convogli a trazione elettrica, sulla tratta Napoli-Giugliano particolarmente acclive. L'esperimento permetteva di non affaticare la centrale di conversione di S.Andrea de' Lagni di limitata potenza. Dopo essere state accantonate, furono anch'esse demolite nei primi anni Sessanta.

Nel 1939, per rimpiazzare la "Catania V", fu acquistata la R305.4 dalle FS, precedentemente in servizio sulla Palermo-Corleone-S.Carlo che condivideva lo scartamento di 950 mm con l'Alifana. Di costruzione Henschel e rodiggio 1'C, fu immatricolata con la sigla V21 e demolita nei primi anni Sessanta. Nel 1944 giunse anche la R301.1, con rodiggio 1'C di costruzione CEMSA che fu immatricolata V31. Fu resa alle stesse FS nel 1947.

Sull'Alifana bassa, l'unico mezzo a trazione Diesel era l'automotre M1 di costruzione GM del 1947, utilizzato per il controllo della linea aerea. Il vero ambiente per la trazione Diesel, è rappresentato, invece, dalla nuova linea ricostruita negli anni cinquanta, per rimpiazzare la vecchia linea pesantemente danneggiata dagli eventi bellici. Per l'occasione furono acquistate, dalla OM cinque elettromotrici ALn 880 e quattro rimorchiate Ln 774. costruite appositamente nel 1962. Si trattava di rotabili del tutto simili alle ALn 773 ed Ln 664, che in quegli anni vedevano la luce. Le uniche differenze erano dovute ai posti a sedere che passavano da 73 sui rotabili di serie agli 80 sui rotabili per l'Alifana. Questi mezzi sono in buona parte ancora in servizio sulla linea, il che consente all'Alifana, di essere l'unica linea ferroviaria italiana ad utilizzare le ALn 773/880 in servizio passeggeri, essendo gli altri esemplari appartenenti ad altre amministrazioni, utilizzate per treni turistici o storici, oppure in mostra statica in qualche museo. Il successo di longevità di queste macchine si deve non soltanto all'ottima progettazione, ma anche alle capacità artigiane dei meccanici del DL di Piedimonte che riescono ancora a permettere a queste macchine un servizio decente senza particolari problemi tecnici. Purtroppo due esemplari di ALn 880 sono andati distrutti uno (ALn 880-003) nel 1988 a causa di un incidente in cui ha perso la vita anche un passeggero 1, l'altro (ALn 880-002) in un incendio scoppiato nella stazione di Caiazzo che ha completamente distrutto il rotabile ad eccezione di una cabina di guida. Attualmente è ancora fermo in stazione, posto sotto sequestro dai Carabinieri da quasi un anno.

Sempre nei primi anni Sessanta, furono ordinate alla stessa OM due locomotive da manovra, identiche alle D235 FS, che venivano utilizzate oltre che per la manovra, anche per il servizio merci. Furono immatricolate I51 ed I52

Nel 1978 furono acquistate tre automotrici usate con rimorchiate dalla WLE, costruite nel 1953. Queste si dimostrarono subito delle vere e proprie ciofeche del ferro a causa della limitata velocità massima (65 km/h) e di alcuni problemi tecnici che le affliggevano. Furono subito accantonate ed al loro posto furono noleggiate alcune ALn 556 Breda dalle FS a fine carriera, residenti nel deposito di Benevento, in attesa della fornitura di nuovi mezzi. Finalmente nel 1982 arriva una ventata di aria fresca. Furono acquistate cinque automotrici FIAT ALn 668, appartenenti alla serie 3000 e costruite appositamente, che furono immatricolate I 9-13.

Durante gli anni '80, il servizio merci ha visto un calo notevole, tanto da costringere ad accantonare la I51 destinata a fornire i pezzi di ricambio all'altra unità. Nel 1990 arrivarono due "nuove" locomotive da manovra. Si trattava delle BR211 002 e 005, immatricolate I54 ed I55, radiate dalle ferrovie tedesche e ricostruite l'anno precedente dalla Fervet di Castelfranco Veneto. Si tratta di locomotive sovradimensionate per l'esercizio sulla linea Alifana, tanto che nel 2000 la I55 è stata venduta alla Leon d'Oro e la I54 sembra essere stata accantonata nel piccolo scalo della stazione di Triflisco.

È del 1991 l'arrivo sulla linea delle ALn 663, anch'esse appositamente costruite per l'Alifana. Per queste macchine è prevista l'installazione della ripezione segnali in cabina (una automotrice ne è già provvista), in maniera tale da integrarsi meglio con la rete RFI e, qualora dovessero svolgervi servizio, anche con la nuova linea metropolitana in costruzione.

Già negli anni '90 fu prevista l'elettrificazione completa dell'intera linea, tanto che fu posata la palificata di tipo "LS" sul binario di corsa, quella di tipo "M" nelle stazioni ed i portali, ma non fu posta in opera la linea aerea a causa della mancanza di fondi prima e dell'assorbimento dell'amministrazione ferroviaria della linea Cancello-Benevento dopo. A tutt'oggi resta depositato al Deposito Locomotive di Piedimonte Matese, l'elettrotreno (motrice + rimorchio) FIREMA E82B che fu ordinato dall'Alifana in vista dell'avvento della trazione elettrica e mai utilizzato.

Non si conoscono ancora quali saranno i rotabili che viaggeranno sulla linea bassa, quel che è certo è che sul tratto Piscinola-Napoli P.G. sono previsti gli elettrotreni della linea 1 della metropolitana di Napoli.

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Note:
1: In realtà il rotabile fu poi ripristinato in servizio a causa dei ritardi nella consegna delle automotrici ALn 668. Fu però distrutto da un incendio appiccato da alcuni manifestanti nella stazione di Acerra nel 2001;